Amianto: cosa fare

Amianto: cosa fare

La presenza in un edificio di materiali che contengono amianto non rappresenta di per sé un pericolo per chi frequenta o vive in quell’edificio: infatti, se il materiale non viene manomesso ed è in condizioni buone, è molto poco probabile che si verifichi il rilascio di fibre di amianto. Tale rilascio, in sostanza, può avvenire solo in caso di interventi esterni (per esempio il materiale può essere danneggiato per vandalismo o in seguito a un’opera di manutenzione).

Il distacco di fibre di amianto che risultano legate in maniera non ottimale al resto del materiale può accadere anche se il materiale è molto friabile o se è in cattive condizioni, dovuto a correnti d’aria, movimenti di macchine o persone o semplici vibrazioni dell’edificio.

Ma come bisogna comportarsi quando ci si trova a fare i conti con materiali che contengono amianto? Prima di tutto il proprietario dell’edificio deve nominare un responsabile per il controllo e la manutenzione, cui spetta il compito di effettuare la valutazione del rischio connesso al rilascio (potenziale) di fibre nell’aria.

Per la valutazione si possono utilizzare due criteri: il monitoraggio ambientale, che consiste nella misurazione della concentrazione delle fibre di amianto disperse nell’aria dentro l’edificio; o l’esame delle condizioni dell’installazione.

Va detto, però, che il monitoraggio ambientale permette di quantificare e verificare la concentrazione di fibre, ma non fornisce alcuna informazione a proposito del pericolo di deterioramento dell’amianto o del suo eventuale danneggiamento. Infatti, in caso di danneggiamenti accidentali o spontanei possono avvenire rilasci di entità considerevole, che essendo sporadici e occasionali potrebbero non venire rilevati al momento del campionamento. Il monitoraggio, pertanto, deve essere sempre accompagnato da altre procedure di valutazione.

La nomina della figura responsabile è  necessaria sempre, vale a dire per tutti gli edifici che presentano materiali contenenti amianto, a prescindere dai quantitativi: il responsabile non deve avere qualifiche particolari, né titoli di studio specifici. Il suo compito è quello di tenere la documentazione in cui sono segnalati i siti in cui sono presenti materiali che contengono amianto e occuparsi di predisporre un periodico programma di ispezione, che deve essere effettuato da personale esperto in grado di verificare lo stato di conservazione delle lastre in cemento amianto e degli altri materiali.

Una volta ottenuti i risultati della valutazione, si agisce di conseguenza: se i materiali sono in buono stato, è necessario solo il controllo; se i materiali sono in cattivo stato, invece, è indispensabile ricorrere a una bonifica.

Prima di intervenire in maniera poco consapevole, per altro, è preferibile fare riferimento a enti che si occupano di sicurezza sul posto di lavoro o di tutela della salute pubblica. In presenza di amianto in case private, con rischio di dispersione di fibre, occorre rivolgersi all’Ausl – Servizio di Igiene Pubblica; in presenza di amianto in edifici industriali, invece, occorre rivolgersi all’Ausl – Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro. Se, infine, ci si imbatte in rifiuti abbandonati (per esempio in strada) che contengono amianto, o in rivestimenti o lastre di eternit, bisogna contattare il Comune o l’Arpa.