Smaltimento di eternit e amianto, gli interventi possibili

Smaltimento di eternit e amianto, gli interventi possibili

Dopo che un edificio viene sottoposto a una valutazione del rischio atta a verificare la presenza di amianto e la sua eventuale pericolosità, si rende necessario mettere in atto specifico interventi di protezione e di prevenzione, che variano a seconda dei casi e delle esigenze.

In primo luogo, nel momento in cui nell’edificio viene rilevata la presenza di amianto o di materiali che contengono amianto, è indispensabile attuare un programma di manutenzione e di controllo periodico, finalizzato a contenere il più possibile l’esposizione di chi frequenta o vive nella struttura. Il programma presuppone che i materiali che contengono amianto siano mantenuti in buone condizioni e che le fibre non vengano rilasciate né disperse. Nell’eventualità in cui, comunque, si verifichi un rilascio, il programma segnala le metodologie di intervento corrette.

Il responsabile del controllo (che presuppone la verifica periodica dei materiali contenenti amianto e delle loro condizioni) è il proprietario dell’edificio (se si tratta di abitazioni private o strutture residenziali) o il responsabile dell’attività (se si tratta di aziende o plessi industriali).

Dopodiché, è necessario pensare alla manutenzione e alla pulizia, operazioni che hanno bisogno di essere proceduralizzate, così da far sì che gli esecutori siano informati sulle modalità specifiche: è essenziale, infatti, evitare che le fibre si disperdano nell’aria o diano origine a una contaminazione. Le procedure devono essere inerenti a diversi tipi di interventi: non solo quelli che non implicano un diretto contatto con l’amianto, ma anche quelli che possono interessare i materiali che contengono amianto in maniera accidentale e quelli che riguardano le zone che contengono tali materiali.

Non possono essere permessi, invece, interventi che comportano un interessamento esteso dell’amianto, a meno che non si tratti di progetti di bonifica. A proposito della bonifica, essa può coinvolgere l’installazione nella sua totalità, oppure risultare circoscritta a determinate aree (quelle in cui si verifica il rilascio di fibre) o determinati edifici.

È bene tenere conto del fatto che i metodi di bonifica diversi dalla rimozione sono meno costosi sul breve periodo; diverso il discorso sul lungo termine, nel senso che la necessità di controlli periodici fa aumentare il costo complessivo, sul quale incidono anche gli eventuali interventi successivi indispensabili per mantenere l’integrità e l’efficacia del trattamento.

Le imprese di bonifica devono rispettare requisiti precisi: innanzitutto devono comunicare la data esatta di inizio del cantiere almeno 48 ore prima rispetto all’inizio della rimozione; la comunicazione, che deve essere effettuata all’Ausl, deve includere anche il nome del caposquadra (cioè il gestore della rimozione) e degli addetti. Almeno trenta giorni prima che i lavori prendano il via, inoltre, occorre presentare un piano di rimozione o di demolizione allo Spsal dell’Ausl competente.

Va detto, inoltre, che i soggetti abilitati alla bonifica devono essere iscritti all’albo dei gestori dei rifiuti nelle rispettive categorie (stoccaggio e trattamento dei rifiuti, sessione trasportatori, amianto per le imprese).

Insomma, lo smaltimento dell’amianto e dell’eternit richiede il rispetto di regole precise, fondamentali per garantire la sicurezza delle persone e dell’ambiente in cui vivono e lavorano, nel presente e nel futuro.