Smaltimento di eternit

Smaltimento di eternit, la tutela degli addetti

Nell’ambito delle attività di smaltimento dell’amianto e dell’eternit, particolare attenzione deve essere riservata agli addetti che se ne occupano e, più in generale, ai lavoratori a rischio. Si rende necessaria, quindi, un’attività di prevenzione relativa al controllo sanitario dei soggetti coinvolti al fine di prevenire malattie correlate al lavoro, proteggere la salute e impedire la comparsa di malanni professionali.

La sorveglianza sanitaria presuppone che prima di iniziare i lavori l’addetto si sottoponga a una visita preventiva finalizzata ad accertare l’assenza di problematiche e verificare l’idoneità alla mansione che dovrà essere compiuta. Il lavoratore, inoltre, ha diritto a una visita medica periodica (in genere una volta all’anno, a meno che non sia specificato diversamente: il medico competente, infatti, sulla base della valutazione del rischio può stabilire la periodicità delle visite, che comunque può essere modificata dall’organo di vigilanza con provvedimento motivato).

Le visite mediche sono necessarie anche in tutte le occasioni in cui la condizione fisica del lavoratore venga ritenuta dal medico competente correlata ai rischi connessi con il lavoro svolto, e per tutte le volte in cui si verifica un cambio di mansione. Spettano al datore di lavoro l’obbligo di assicurare la sorveglianza sanitaria e il relativo onere economico; compito del medico competente, invece, è quello di certificare l’idoneità del lavorare alla mansione.

La sorveglianza sanitaria serve anche a verificare se il lavoratore possa impiegare i dispositivi di protezione individuale, ed è obbligatoria almeno una volta ogni tre anni per tutti gli addetti che si occupano della rimozione e della manutenzione dell’amianto o di materiali che contengono amianto, così come del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti dell’amianto, senza dimenticare la bonifica delle relative aree.

Tutti i lavoratori che vengono iscritti nel registro degli esposti anche una sola volta al termine del rapporto di lavoro devono essere sottoposti a visita medica.

La necessità di tutte queste precauzioni diventa evidente nel momento in cui si nota che, per fare un esempio locale, nella sola Emilia Romagna nel 2012 si sono verificati ben 152 decessi dovuti alla presenza di amianto negli edifici.

Le malattie professionali amianto-correlate che sono ufficialmente riconosciute dall’Inail sono l’asbestosi (la prima a essere classificata in tal senso), il carcinoma polmonare e il mesotelioma peritoneale, pericardiaco e pleurico.

L’asbestosi, in particolare, è una malattia polmonare cronica provocata dall’inalazione di fibre di amianto (l’asbesto, appunto). A rischio sono tutte le persone che vengono in contatto, per motivi di lavoro, con fibre di asbesto, anche in minime quantità: la malattia può manifestarsi anche molti anni dopo l’esposizione. Le fibre di asbesto, nello specifico, penetrano nelle vie respiratorie raggiungendo gli alveoli polmonari e la pleura: qui esercitano la loro azione cancerogena e fibrogena, poiché il deposito delle fibre fa sì che il sistema immunitario locale si attivi e dia vita a una reazione infiammatoria susseguente all’introduzione di un corpo estraneo. Si origina, così, una fibrosi interstiziale dovuta alla produzione di tessuto connettivo.

Per evitare problematiche di tipo sanitario, dunque, risulta evidente l’importanza di seguire procedure corrette per lo smaltimento e la rimozione dell’eternit e dell’amianto.