Smaltimento di eternit e amianto: cose da sapere
Durante i lavori di manutenzione edile, può capitare di imbattersi in materiali che contengono amianto: in questi casi, si rende necessario il loro smaltimento. È importante, però, sapere con cosa si ha a che fare: i lavori che vengono eseguiti nelle vicinanze di materiali che contengono amianto sono definiti lavorazioni senza disturbo; i lavori che, invece, richiedono una manomissione dei materiali prendono il nome di lavorazioni con disturbo.
Per le prime, può essere necessario ricorrere a una segregazione momentanea; per le seconde, che implicano una modifica o una perforazione dei materiali (per esempio l’installazione di impianti di condizionamento o di impianti idraulici), è indispensabile mettere in pratica misure di protezione dei lavoratori specifiche.
Pur essendo meno pericolose, le lavorazioni senza disturbo richiedono comunque un livello di controllo piuttosto alto, perché è indispensabile assicurarsi che esse non degenerino nelle lavorazioni con disturbo: in altre parole, l’allerta non può essere mai abbassata, perché il passaggio da una lavorazione senza disturbo a una lavorazione con disturbo può risultare pericoloso se il lavoratore non se ne accorge.
Insomma, le procedure e le protezioni impiegate per il lavoro in condizioni di disturbo garantiscono il massimo della tranquillità, ma a patto che la situazione sia sempre tenuta sotto controllo: una sottovalutazione dei rischi comprometterebbe o ridurrebbe l’efficacia del sistema di sicurezza.
Condizioni particolari come vibrazioni, correnti di aria, degrado spontaneo o infiltrazioni di acqua possono disturbare l’amianto, e dunque, far sì che ci si trovi nell’ambito delle lavorazioni con disturbo. In presenza di queste condizioni ambientali, dunque, è necessario cambiare prospettiva, segnalando eventuali cambiamenti a chi si occupa della gestione della sicurezza.
Nel caso in cui si sospetti la presenza di amianto, inoltre, occorre interrompere l’attività che si sta svolgendo e avvisare immediatamente il datore di lavoro, il quale deve predisporre tutte le procedure obbligatorie; è assolutamente sconsigliato, invece, toccare, smuovere, frantumare, raschiare, rimuovere o lucidare il materiale sospetto, così come non bisognerebbe appoggiare oggetti su di essi né praticarvi buchi.
Per qualunque genere di operazione è necessario fare sempre riferimento al responsabile di cantiere che si occupa del coordinamento e del controllo delle diverse attività autorizzate dal responsabile della manutenzione nominato dal proprietario dell’edificio. Non bisogna mai, invece, iniziare i lavori di propria iniziativa, senza avere ricevuto le informazioni necessarie dal responsabile di cantiere: i materiali che contengono amianto non vanno mai sottovalutati, anche nel caso in cui risultino piuttosto integri, perché possono comunque rilasciare fibre se deteriorati.
Durante lo smaltimento dell’amianto, il materiale deve essere reso inoffensivo, cioè non pericoloso: in altre parole va trattato in maniera tale da garantirne la sicurezza. Ciò vale a maggior ragione nel caso in cui ci si trovi ad affrontare la rimozione di lastre in eternit: essa, infatti, implica un rischio molto alto perché prevede che il materiale che contiene amianto venga eliminato attraverso la sua totale asportazione e il suo smaltimento.
Per la rimozione dell’amianto friabile, invece, è indispensabile ricorrere a sostanze impregnanti da applicare a spruzzo tramite una pompa a bassa pressione: tale azione serve a contenere la dispersione nell’aria delle fibre.