Eternit e amianto: dove si trovano

Eternit e amianto: dove si trovano

Quali sono gli ambiti in cui è più frequente trovare l’amianto? Sin dai primi decenni del Novecento l’amianto è stato ampiamente utilizzato nei prodotti di consumo, nell’impiantistica industriale, nell’impiantistica civile e nelle costruzioni: dapprima per gli impianti e per le macchine caratterizzate da temperature di funzionamento molto alte (impianti chimici, motori a scoppio, macchine a vapore) e per gli indumenti per i quali era necessaria una resistenza al calore piuttosto elevata; poi per le strutture edilizie, dalle lastre in eternit per le coperture in cemento – amianto alle canne fumarie, complice l’inizio della produzione di coperture, fogne, condotte idriche e tubazioni in cemento – amianto.

Chi lavora nei cantieri edili, quindi, può trovare negli edifici l’amianto in strutture metalliche come locali tecnici e portanti, in tegole, soffitti, tetti e pareti in cemento – amianto e in applicazioni particolari come le tende, le porte degli ascensori, le decorazioni, le già citate canne fumarie, i pavimenti, i tubi, i pannelli per la coibentazione e l’isolamento anti-incendio o in pluviali.

Occorre fare attenzione, inoltre, anche ai soffitti e alle pareti sottoposte a trattamenti a spruzzo per migliorare l’isolamento termico e la fonoassorbenza. Circa i tre quarti di tutto l’amianto sono presenti nelle costruzioni e nell’edilizia come condotte, lastre per coperture, canalizzazioni e tubazioni.

Negli altri ambiti industriali, invece, questo materiale può essere rintracciato come rinforzante per manufatti o negli additivi (industria di materie plastiche), nei tessuti, nelle tappezzerie, nei nastri, nei filati, negli spaghi e nelle funi (industria tessile dell’asbesto), nelle coibentazioni di forni, negli indumenti protettivi e nelle caldaie (industria metallurgica), nei rivestimenti anti-incendio e coibentanti (industria ferroviaria, aeronautica e navale), nelle guarnizioni per frizioni e freni (industria automobilistica), e in carta, vernici, cartoni, pitture, isolanti elettrici, indumenti anticalore e tute anti-incendio.

È importante, dunque, essere in grado di riconoscere i diversi materiali all’interno dei quali potrebbe esserci l’amianto: è il caso, per esempio, di funi, guaine, corde e nastri impiegati per il rivestimento di cavi elettrici situati nei pressi di fonti di calore o tubazioni calde, che possono presentare addirittura il 100% di amianto; ma anche di impasti di amianto e resine sintetiche (il linoleum) impiegati per la realizzazione di piastrelle per pavimenti, che presentano tra il 10 e il 25% di amianto.

Da non dimenticare è, naturalmente, il cemento – amianto, vale a dire l’eternit, che in ambito edilizio è usato nei tubi per fognature e acquedotti, nei serbatoi per la conservazione dell’acqua e nei pannelli ondulati o piani a copertura degli edifici.

Particolare attenzione, poi, va riservata al materiale in fiocchi friabile che viene spruzzato come protezione contro gli incendi (nei rivestimenti delle tubazioni o sui soffitti di molti locali): esso, infatti, risulta piuttosto pericoloso visto che la sua friabilità favorisce un rilascio di fibre particolarmente significativo.

In conclusione, sono molte le strutture che possono ancora oggi presentare quantità più o meno rilevanti di amianto, in grado di costituire un pericolo anche grave per la salute delle persone: per questo il loro smaltimento è indispensabile, purché venga effettuato da aziende qualificate e professionisti affidabili.